Domenica 18 agosto – ventesima tempo ordinario B

Prima Lettura: Dal libro dei Proverbi (Pr 9, 1-6)

La sapienza si è costruita la sua casa,
ha intagliato le sue sette colonne.
Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino
e ha imbandito la sua tavola.
Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:
«Chi è inesperto venga qui!».
A chi è privo di senno ella dice:
«Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.
Abbandonate l’inesperienza e vivrete,
andate diritti per la via dell’intelligenza».  

Seconda Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (Ef 5, 15-20)

Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi.

Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.

E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Vangelo: Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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Signore Gesù,

con te presente nel Pane Eucaristico,

camminiamo ora,

pellegrini sulle strade della nostra città,

simbolo delle strade del mondo.

Vogliamo camminare insieme,

come Chiesa in cammino sinodale,

che trova in te la sorgente della sua identità

e il sostegno della missione che tu stesso le affidi. Attraversando i luoghi dove la gente vive, lavora, gioisce, soffre e muore,

vogliamo ascoltarti, riconoscerti

e annunciarti come il nostro Signore e il nostro Dio.

Le nostre strade siano le tue strade,

le nostre case siano case per te e per i fratelli. Mettiamo sotto i tuoi occhi

le sofferenze degli ammalati,

la solitudine degli anziani,

la fatica di chi è stanco e affaticato

per le guerre e ogni forma di violenza,

affinché la vita di ciascuno

sia penetrata dalla tua presenza.

Ti ringraziamo per il dono dell’Eucaristia

e ti chiediamo di farci tornare al gusto del pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo,

segno del tuo amore.

Dall’altare alle nostre mense quotidiane,

sia nutrimento di vita nuova per noi e per il mondo, accresca la comunione,

rafforzi i legami,

profumi di perdono,

nutra la fraternità.

A te il nostro amore,

la nostra lode

e la nostra adorazione.

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